Il parco
Elemento architettonico, punto di congiunzione con l’ambiente circostante, ma soprattutto luogo prezioso per gli ospiti della Fondazione G. Scola, il parco, per la sua bellezza, è protetto dalla Sovrintendenza dei Beni Ambientali e Architettonici.
Vecchi cedri, fiori di serra e di campo offrono viali e zone riparate dove l’Ospite e i parenti possono passeggiare all’aria aperta. Dal “giardino della Madre superiora” al frutteto, i percorsi si snodano tra piante secolari e arbusti fioriti che costituiscono la splendida cornice di uno dei complessi monastici più belli della Brianza.
Il grande parco è stato oggetto di ristrutturazione nel 2005, pensato e realizzato con l’obiettivo di dare spazi verdi totalmente fruibili ai residenti della struttura e agli accompagnatori, senza trascurare nel frattempo l’aspetto paesaggistico e botanico, inserendo elementi fondamentali per l’attività e la sosta all’aperto.
I grandi dislivelli prima presenti vengono appianati inserendo viali e piazzole pavimentati, rimodellando fluidamente il terreno e creando vialetti secondari in calcestre che s’innestano sul percorso primario.
Uscendo dalla struttura si entra nel “Giardino della Superiora” dove l’elemento fondamentale sono i Gelsi che con i loro rami impalcati ad ombrello riparano dal sole nelle giornate primaverili ed estive consentendo, grazie anche alla pavimentazione e all’arredo da esterno, di svolgere attività ludico/ricreative; ci si dirige poi verso il parco lungo il viale contornato da siepi di Olea fragrans a sinistra e cespugli isolati della stessa essenza sulla destra. Nel mese di settembre non si può non rimanere colpiti e stimolati dal loro caratteristico profumo inebriante.
Poco oltre un grande Cedro quasi secolare con alle spalle i sui fratelli minori e subito dopo un bellissimo esemplare di Nocciolo, qui il parco inizia ad “aprirsi” svelandosi all’osservatore. E’ qui che viene inserito un grande gazebo ligneo, posto ideale per una sosta,contornato da Ortensie e cespugli a fiore.
D’ora in poi la vista spazia sulle grandi superfici erbose fin oltre l’oltre l’antico muro di cinta sfumando nella campagna circostante, un vecchio filare di Robinia umbrellifera sulla destra, una siepe mista di piante autoctone a bacche dietro una radura in calcestre dove colpisce la presenza di 4 strutture circolari ad “altezza vita”, sono gli “orti degli Ospiti”,elemento mutabile, dove il giardiniere mette la sua mano solo se momentaneamente nessun residente ne assume la coltivazione; al centro un vialetto sinuoso contornato di Tigli invita il visitatore ad una bellissima edicola con una grande statua della Madonna contornata da rose rampicanti “Banksiae” davanti alla quale è stato creato uno spazio semicircolare pavimentato, punto di raccoglimento e preghiera, luogo di ristoro per l’anima grazie anche alla bellezza delle fioritura dei roseti che lo racchiudono.
Dirigendosi a sinistra lungo il vialetto in calcestre, il parco si fonde nell’ambiente, macchie di ginestra e fior d’arancio: volutamente nessuna pianta arborea è stata messa a dimora per non spezzare il senso di continuità con il paesaggio agreste… sullo sfondo le montagne, è giunto il momento di riprendere il viale principale, domani si potrà ritornare nel parco da un’altro accesso, avere altri punti di vista, venir colpiti da altre angolazioni… cambieranno le stagioni, i colori si adegueranno, ci saranno altre attività… il parco vive.